giovedì 21 maggio 2009

Come si viveva in miniera

I mestieri più diffusi erano: il pastore, il calzolaio, il panettiere, il minatore, i fogliamari e anche le casalinghe il cui ruolo era quello di pulire la casa, cucinare, fare il pane, badare ai figli.
Lavorare in miniera era molto faticoso e rischioso perché mancavano i mezzi per raggiungere il posto di lavoro, per raggiungere la miniera si usava il carretto con i cavalli, per andare a lavorare il minatore scendeva nei sotterranei con l’argano, dopo aver raggiunto le gallerie che erano divise per vie e per zone estraevano lo zolfo e puntellavano le gallerie con travi perché potevano crollare e succedere disgrazie. A volte scoppiava il grisù che provocava vittime e quando non si riusciva a spegnere l’incendio, per soffocarlo, si era costretti a chiudere la galleria con un muro anche se si trovavano persone all’interno. Essendo un ambiente caldo, gli operai erano costretti a lavorare a petto nudo e a respirare l’aria interna che provocava anche malattie pericolose all’apparato respiratorio, lo zolfo estratto si caricava sopra i carrelli che lo portavano all’esterno.
Si lavorava di giorno e di notte facendo i turni e le gallerie venivano arieggiate con delle pompe.
La chiusura delle miniere ha provocato parte della crisi economica, perché lavorando in posti rischiosi si guadagnava e si spendeva, è stato un trauma per la Sicilia perché era ricca di giacimenti

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