giovedì 21 maggio 2009

Presentazione

Vi presentiamo il lavoro:”Alla scoperta del nostro passato”elaborato dalla classe 1°H della scuola media statale “Filippo Cordova”di Caltanissetta. Il nostro progetto consiste nell'andare indietro nel tempo scoprendo il nostro passato, intervistando varie persone tra i 65 e gli 86 anni, con il metodo della ricerca sul campo.
Andando a casa delle persone, le quali si sono mostrate disponibili e gentilissime, abbiamo preso appunti registrando anche la conversazione. Successivamente abbiamo raccolto le interviste e portato alcune foto, prestate gentilmente delle persone. Arrivati a scuola abbiamo tabulato le domande con le corrispondenti risposte, lavorando in gruppi di 3-4 persone, concentrandoci a scuola e a casa. Nelle pagine seguenti cercheremo di illustrarVi vari argomenti quali: la miniera, la vita di una volta, le tradizioni, le condizioni igieniche e molto altro ancora. Con l’aiuto della prof.ssa Letizia Ognibene abbiamo cercato di evidenziare le differenze tra ieri e oggi, cercando di renderci conto di tutti i privilegi che ora nel 2009 ci circondano, scoprendo così il nostro passato...

Come si viveva prima


Prima si viveva con molti sacrifici perché c’erano molte ristrettezze economiche per cui non si avevano molte cose necessarie per poter vivere una vita regolare.
In quei tempi non esistevano le comodità che oggi si hanno; non c’era il bagno né le lavatrici. Le mamme erano costrette a lavare la biancheria a mano con grande sforzo e molti sacrifici. Si cucinava con i fornelli a carbone o a legna perché non esisteva ancora il gas. I termosifoni non erano ancora conosciuti e ci si scaldava con gli scaldini pieni di brace.
Le condizioni igieniche erano carenti perché non esistevano i preparati che oggi sono in commercio.
La scuola era più rigorosa perché l’insegnante non consentiva molta confidenza agli alunni. Le classi scolastiche erano di sole ragazze o ragazzi. A scuola ci andavano i più ricchi, non c'era l'obbligo scolastico e pertanto c'era molto analfabetismo. Si aveva molto rispetto per i professori. Si doveva studiare senza contestare. I professori erano molto rigorosi, a volte in caso di alunni indisciplinati usavano le sculacciate o le bacchettate.
I bambini giocavano con giocattoli artigianali, costruiti in casa perché non c'erano soldi per comprarli. Allora non esistevano le tecnologie attuali come il computer, la play station, esistevano invece le bambole di pezza e i giocattoli di legno fatti a mano. A quei tempi si giocava per le strade perché non c'erano ancora molte macchine e “...giocavamo con molto poco, come pietruzze (petri a pigliari), a nascondino e poi c'era quello che mi piaceva di più - i quattru cantunera – che era il gioco dei quattro angoli; però avevamo poco tempo perché si doveva andare ad aiutare i grandi nel lavoro”.
Durante le feste ci si riuniva con tutti i parenti e per natale si giocava a carte, a tombola. Si mangiava pane con un po’ di formaggio come merenda, per il pranzo le mamme preparavano la pasta uguale per tutti e nessuno dei figli doveva protestare perché non c’era altra scelta.
Per i vestiti non c’era molta fantasia e le mamme a volte cucivano un paio di pantaloncini e qualche camicietta.
Anticamente i mezzi di trasporto erano le carrozze e i cavalli, per raggiungere i paesi vicini esistevano autobus alimentati a legna e le macchine era rarissimo averle. In tutta la città (Caltanissetta) ne esistevano una decina e una era di proprietà del mio bisnonno.
Le case non erano molto grandi. A volte in una stanza dormivano 5 o 6 persone.

Come si viveva durante la guerra

Quando è arrivata la guerra sono aumentati i sacrifici di tutti i cittadini: il pane era razionato, i vestiti bisognava rattopparli, non esistevano merendine e altri dolciumi di cui oggi facciamo largo uso.
Durante i bombardamenti effettuati dagli americani sulla città gli abitanti andavano a dormire nella campagna e si mangiavano i prodotti che vi si producevano. Il pane veniva impastato a mano e veniva infornato nei forni a legna artigianali.

Come si viveva in miniera

I mestieri più diffusi erano: il pastore, il calzolaio, il panettiere, il minatore, i fogliamari e anche le casalinghe il cui ruolo era quello di pulire la casa, cucinare, fare il pane, badare ai figli.
Lavorare in miniera era molto faticoso e rischioso perché mancavano i mezzi per raggiungere il posto di lavoro, per raggiungere la miniera si usava il carretto con i cavalli, per andare a lavorare il minatore scendeva nei sotterranei con l’argano, dopo aver raggiunto le gallerie che erano divise per vie e per zone estraevano lo zolfo e puntellavano le gallerie con travi perché potevano crollare e succedere disgrazie. A volte scoppiava il grisù che provocava vittime e quando non si riusciva a spegnere l’incendio, per soffocarlo, si era costretti a chiudere la galleria con un muro anche se si trovavano persone all’interno. Essendo un ambiente caldo, gli operai erano costretti a lavorare a petto nudo e a respirare l’aria interna che provocava anche malattie pericolose all’apparato respiratorio, lo zolfo estratto si caricava sopra i carrelli che lo portavano all’esterno.
Si lavorava di giorno e di notte facendo i turni e le gallerie venivano arieggiate con delle pompe.
La chiusura delle miniere ha provocato parte della crisi economica, perché lavorando in posti rischiosi si guadagnava e si spendeva, è stato un trauma per la Sicilia perché era ricca di giacimenti

Notizie in breve

“Si lavorava in campagna perché bisognava aiutare il padre.”
“Per spostarsi si usavano i carretti con i muli o con gli asini.”
“Tra i genitori e i figli non c’erano incomprensioni perché si ascoltava il padre.”
“Gli uomini e le donne usavano abiti discreti.”
“Per curarsi c’erano poche medicine e molte erbe.”
“Per i bambini ci voleva del tempo prima di apprendere.”
“In ogni casa c’era una vasca in plastica o in ferro e a turno ci lavavamo.”
“Nel tempo libero i passatempi erano pochi, come giocare a nascondino e al gioco della trappola.”
“Negli anni 60 c’è stato il boom dell’emigrazione, all'estero ho trovato lavoro e ho potuto vivere e tirare su una famiglia.”

1° Brano di intervista

“Ai tempi delle nostre bisnonne si viveva in povertà e miseria. Si lavorava molto nei campi e nelle miniere: il guadagno era misero e a volte non si veniva pagati; magari si riusciva a guadagnare solo pochi soldi, la gente faticava per aver qualche spicciolo che sarebbe bastato a comprare l'indispensabile per la sua famiglia e lavoravano in condizioni pessime e se ci si ammalava si veniva licenziati o sospesi; lavoravano anche i bambini.

In città si viveva quasi allo stesso modo e quando c'era la guerra si scappava nelle campagne sperando di aver seminato le bombe ma non sempre era così.
Nelle famiglie si era molto contenti per quel poco che si aveva e le case erano piccole tutt'al più tre stanze. In famiglia i rapporti erano rigidi e si dava del voi al padre che raffigurava l'autorità suprema della famiglia e anche alla madre che era colei che l'aveva generata. Le donne stavano a casa a pulire e lavare, a preparare il pane, mentre i figli la aiutavano o andavano a scuola o a giocare giù nel cortile o per strada e il padre in miniera o nei campi.

I ricchi invece non lavoravano, vivevano delle fatiche dei poveri.
le donne non potevano portare gonne corte o pantaloni perché era scandaloso, volgare ed erano coperte in tutto e per tutto per non fare vedere nessun tipo di forma, le borse erano nere, grandi; non c'erano le cravatte né gli smoking.
Se ci si ammalava gravemente, spesso si moriva o se erano semplici febbri si davano delle erbe e delle spezie, invece per i ricchi c'era il medico di famiglia che era specializzato un po' in tutto.

Si mangiava molto poco e solo la domenica si poteva mangiare il secondo, in genere il pollo.

Si giocava in strada o nei cortili con le pietre, monopattini, slittini ecc...
Allora non esistevano palestre né piscine e si stava con le vecchiette vicine o le amiche a ricamare, a parlare.

I vecchi allora non erano pensionati e venivano aiutati dai figli per vivere.

Quando poi le donne dovevano partorire erano sole a casa col medico o con la levatrice e quando nascevano bambini prematuri, non esistendo le incubatrici , spesso non sopravvivevano.

2° Brano di intervista

Cosa si faceva la mattina?
La mattina di solito ci svegliavamo per poi andarci a lavare dietro la casa dove c’era un abbeveratoio, infatti i servizi erano all'esterno, poi andavamo a fare colazione con il latte o con il caffè d’orzo. Alcuni andavano a pascolare le mucche, invece le donne restavano a casa e il papà andava a vendere il latte.

Dove si viveva?
Le abitazioni più diffuse erano quelle di campagna, o in borgate. Le case erano piccolissime e c’era una cucina, due camere da letto una per i genitori e l’altra per i figli. Dato che le famiglie erano molto numerose arrivavano anche ai 9-10 figli ma chi ne aveva pochi figli ne aveva massimo 7.

Quali erano i cibi presenti a tavola, solitamente?
A tavola solitamente erano presente il pane, la pasta,la frutta e gli ortaggi.

Come si viveva in guerra?
La vita durante la guerra era brutta perché mancava l’acqua, il cibo e soprattutto ci si doveva nascondere. Durante la guerra si viveva con la paura di perdere la vita e di non vedere più la propria famiglia in guerra per lo Stato.

Com’era il lavoro in miniera?
Il lavoro in miniera era molto duro. Io mi ricordo che partivamo il lunedì e ritornavamo il venerdì sera stanchi. Si lavorava a molti metri sotto il suolo, senza protezioni. Si respiravano polveri tossiche e si vedevano morire tante persone e anche bambini.

A quanto ammontava lo stipendio un operaio?
Gli stipendi di un operaio erano bassi, e negli anni 60 ammontava a circa 700 lire.

Cosa si faceva durante il tempo libero?
Durante il tempo libero si andava in chiesa o si riunivano le famiglie.

Era meglio prima o adesso?
Diciamo che prima si viveva male perché c’era la guerra e la povertà, ma si stava anche bene perché non c’era lo spreco che c’è oggi ed era tutto genuino. Invece oggi si mangia quasi tutto geneticamente modificato.”

Com'era la Scuola

Ai giorni nostri ci lamentiamo molto per quanto riguarda la scuola ma se tornassimo agli anni 30 ci renderemmo conto che tutto era diverso specialmente nel periodo del fascismo. Durante il periodo del fascismo i bambini erano obbligati a fare il saluto fascista e a indossare il grembiule o la camicia nera. Gli alunni che frequentavano le prime quattro classi elementari venivano chiamati ‘Figli della lupa’, quelli della quinta venivano chiamati ‘Balilla’, dalle superiori si era militari. Tutte le donne e i medici che erano impegnati nel lavoro, il sabato dovevano indossare la divisa e andare alla parata. A Caltanissetta il punto di incontro era alla GIL, vicino alla stazione , si percorreva tutto il viale e il centro della piazza per poi ritornare alla GIL . C’erano tre bandiere,una d’Italia, una fascista e una tedesca . Gli alunni erano obbedienti e venivano a scuola con i capelli ordinati . Se rispondevano male, la maestra dava dei colpi di bacchetta sulle mani o li metteva in ginocchio su un cuscino pieno di ceci. L’ orario settimanale era di 18 ore . Quello che accadeva nel periodo fascista oggi non esiste più. Analizzando tutti questi dati ci rendiamo conto che non c’è nulla di uguale perché la scuola è cambiata grazie alle riforme e alle leggi emanate nel corso degli anni . Prima si doveva indossare il grembiule e ancora oggi è così per molte scuole elementari. Gli alunni, dipende che classe frequentavano, venivano chiamati in un certo modo, mentre oggi non veniamo chiamati in nessun modo . Ogni sabato a quei tempi si doveva andare alla parata, oggi non ho la più pallida idea di cosa fosse. Le bandiere erano tre mentre oggi si vedono solo quella italiana e quella
europea. Gli alunni di un tempo erano molto obbedienti perché sarebbero stati puniti severamente e non credo che questo fosse bello, anche se le persone più grandi lo ritengono giusto. La scuola ha subito tanti cambiamenti, attualmente si sta modificando nuovamente il sistema scolastico, però peggiorandolo . Nella scuola elementare per esempio noi avevamo 4 o 5 maestre e ognuna di loro si occupava di alcune materie, ora invece ci sarà solamente un maestro ad affrontare tutte le discipline, ma il grave problema è questo : conoscerà bene tutte le materie?

Il racconto di Lidia

Durante la guerra la città era deserta gli americani erano dappertutto (stazione ecc … )
“ mi ricordo che quando ero bambina ne combinavo di tutti i colori, noi abitavamo di fronte la stazione, cosi mi venne l’idea di dare del vino agli americani, loro mi regalarono tanti cioccolati e dolci vari. Però ogni volta non potevo dare loro molto vino allora lo diluii con dell’acqua e loro capendo che il sapore era diverso se ne accorsero e volevano darmi una bella lezione, io ero nei pressi e vidi che iniziarono ad avvicinarsi a me cosi iniziai a correre a un certo punto mi infilai in una pianta e poi rientrai a casa dal giardino.” La scuola era obbligatoria fino alla scuola elementare, c’era solo un insegnante, il rapporto tra gli alunni e l’insegnante era di assoluto rispetto e di distacco. I banchi erano di legno e fatti per due persone senza il sotto per posare i libri, per scrivere si usava la penna che si doveva bagnare nell’inchiostro, (avere una bella grafia era fondamentale perché era una materia), la scuola si raggiungeva a piedi e i libri si portavano con una cartella. Le donne per cucinare usavano i grembiuli e gli uomini per lavorare (corte d’appello) usavano la divisa soprattutto al tempo del fascismo. I bambini e i ragazzi per andare a scuola usavano la divisa invece la domenica si mettevano i vestiti nuovi. La madre era più rigorosa con il padre c’era un rapporto un po più aperto. Per sposarsi bisognava portare lo sposo dai genitori per sapere il loro parere e per avere il consenso.
“ mi ricordo che mia sorella per sposarsi portò a casa un ragazzo, ma mia madre non voleva assolutamente perché non lo riteneva adatto. Un giorno mentre mia sorella era nadata dalla sarta (che era molto vicino a casa nostra) ci furono dei bombardamenti; questo ragazzo vide che la bomba stava cadendo molto vicino alla nostra zona cosi di corsa arrivo dalla sarta e tirò fuori mia sorella dalle macerie cosi mia madre e anche mia sorella capirono che era lui l’uomo che doveva sposare.
” Le festività si festeggiavano in famiglia, per esempio il 16 dicembre iniziavano le novene e finivano il 25 dicembre, pregando la madonna si ballava tutti insieme. Si pranzava quando tornava a casa il capo famiglia. Durante il pranzo i genitori discutevano perché non c’era la tv.

Racconto di un evento particolare

“A scuola una mia compagna di classe ogni mattina mi diceva” mio padre comanda tuo padre” (perché lavoravano insieme). E io ogni volta non le dicevo niente perché non sapevo quale fosse la verità cosi a pranzo chiesi a mio padre se questo signore era il suo capo e lui rispose di no e che erano seduti vicini e avevano lo stesso ruolo. Cosi la mattina seguente verso le 8:00 dissi a mio padre che mi serviva un album se no la maestra non mi faceva entrare in classe, ma mio padre non sapeva come andarmelo a comprare perché era già tardi e doveva andare a lavorare, cosi io gli dissi :”Papà, non ti preoccupare, tu accompagnami dal cartolaio mi compri l’album e poi io vado a piedi e non scendo dal marciapiedi “cosi mio padre si convinse. Arrivammo dal cartolaio, dovevo andarmene a piedi ma dissi a mio padre:” Papà papà, io mi spavento da sola accompagnami, ti prego!” e mio padre mi rispose “Ma io devo andare a lavorare non posso, é molto tardi... io lo sapevo che andava a finire cosi.” Cosi io gli dissi “ Fammi accompagnare da uno dei carabinieri che c'è all’entrata del tuo ufficio”,così mio padre chiese questo favore al carabiniere che mi portò a scuola. Allora gli dissi “Tienimi un minuto la cartella che mi devo allacciare la scarpa” mi allacciai la scarpa e me ne scappai di corsa in classe, e lui non sapeva come portarmi la cartella. Cosi chiamò il bidello e ­gli disse la classe … e il bidello lo fece entrare, cosi il carabiniere bussò alla porta della classe e disse : “Buon giorno signora maestra, vorrei dare la cartella alla signorina I. Lidia perché l’ho accompagnata e si è dimenticata la cartella.” Cosi io mi alzai presi la cartella andai da questa mia compagna e le dissi “Allora, chi comanda qui ?!?”. Così da quel momento tutti mi trattarono come se fossi la regina e io offrivo il gelato a tutti la mattina perché mi trattassero sempre come se fossi il capo !!!

Conclusioni

La vita da prima a oggi è cambiata molto soprattutto dagli anni sessanta in poi, perché è stato il periodo del “boom economico” e quindi si viveva molto meglio e si pensava solo ad acquistare a divertirsi. Prima le condizioni igieniche erano scarse perché il bagno si faceva una volta tanto ,l'acqua corrente non arrivava nelle case e quindi si doveva andare alle fontane per prenderla,il cibo non era molto abbondante perché l'alimentazione era a base di verdura e legumi non di carne perché costava troppo,i vestiti si cucivano a mano e in genere si aveva il vestito per la settimana e quello per la domenica,l'educazione nelle scuole era molto rigida,le classi erano divise tra maschi e femmine e gli alunni erano sottomessi agli insegnanti.
Nella famiglia il marito era considerato il capo famiglia,le mogli badavano ai figli e lavoravano in casa e di solito le famiglie erano molte numerose. Le donne non si proteggevano dal ciclo come oggi con gli assorbenti, ma con dei panni.
Prima non c'erano molti medicinali perciò si ricorreva alle erbe facendo infusi e decotti, la città era attiva solo nel centro perché non c'era la possibilità di muoversi al di fuori, le case erano piccole senza servizi igienici,in una camera dormivano fino a dieci persone. Non c'era la concezione del tempo libero, però alcune volte capitava che ci si riuniva tra famiglie e si raccontavano storie. Il rapporto tra padre e figlio non era molto confidenziale e il figlio aveva molto rispetto nei confronti dei genitori. Ci si spostava molto difficilmente anche se le macchine esistevano però era un lusso di pochi perciò la gente comune usava i cavalli e le carrozze.
Esaminando tutte le notizie raccolte con le interviste, abbiamo riscontrato che la vita di oggi è qualitativamente superiore grazie al progresso generale che ci ha consentito di avere tanti comfort per soddisfare le nostre esigenze. Ciò nonostante l'evoluzione è talmente eccessiva che, a volte, apprezziamo la vita semplice dei nostri nonni quando al centro di tutto c'era la famiglia, valore che oggi sta lentamente scemando.